Costruiamo sistemi “a portata di umano”.

Le analogie fra moneta ed energia sono molte. La prima che viene in mente è che entrambe si accumulano, rispettivamente nei conti deposito e nelle batterie. Entrambe si scambiano, pensate allo “scambio sul posto” con il fotovoltaico per cui ricevi denaro in cambio di energia e questa finisce in rete ad altri utenti. Entrambe perdono valore, la prima con l’inflazione e la seconda attraverso le perdite di rete, che vengono fatte pagare in bolletta a tutti gli utenti.

Coloro che in questi anni hanno trasformato le proprie case o ne hanno acquistate di nuove già passive, o addirittuta attive – ossia che producono più energia di quella che consumano -, o addirittura “off grid” – ossia completamente staccate dalla rete elettrica -, non stanno subendo i rincari di questi mesi. Si stima che il caro energia per il mondo dell’industria presenterà un maggiore costo di 17 miliardi rispetto all’anno scorso: praticamente una finanziaria di sole tasse. Se i prezzi rimanessero così alti ci potrebbero essere gravi contraccolpi in termini di produzione e occupazione, e per questo motivo risulta sempre più chiaro a tutti quanto sarebbe importante essere maggiormente autonomi dal punto di vista energetico.

Se facessimo lo stesso ragionamento con la moneta, potremmo arrivare a dire che se non possiamo rinunciare al gas della Russia, sicuramente più conveniente di quello che ci arriva via nave dagli USA, così non possiamo pensare di uscire dall’oggi al domani dall’euro, anche se ci converebbe molto in termini di svalutazione per favorire le esportazioni, o di rivalutazione (a seconda degli obiettivi che si vogliono perseguire) per fronteggiare il rincaro delle merci che arrivano dall’estero: ad es. in questi mesi la Svizzera ha rivalutato il franco e con questa mossa sta riducendo il peso dei rincari esogeni, ossia dell’inflazione indotta dai rincari delle merci estere, ma al contempo deve far crescere gli stipendi o questa rivalutazione si ripercuoterà comunque sulla popolazione.
Ma possiamo pensare ad una moneta interna, così come già accaduto in passato, in cui si usava una moneta d’oro per gli scambi con l’estero e una di rame per gli scambi interni.

Anche l’autonomia energetica e il parallelismo con la moneta ha dei limiti intrinseci: puoi diventare autonomo con la tua abitazione, ma non puoi farti una tua moneta complementare, ma solo accumulare più risparmio possibile per affrontare gli imprevisti. E se le merci divenissero scarse, anche con tutti i soldi del mondo, non si potrebbe comprare ciò che non è disponibile, e ciò dovrebbe far riflettere molto tutti coloro che si ritengono protetti dagli imprevisti grazie all’accumulo di risparmio e in realtà non lo sono.
Possiamo dire che fra la moneta di rame ad uso interno, ossia a circolazione nazionale, e l’autonomia energetica della propria abitazione privata, il punto di equilibrio vincente consiste nel concetto di comunità energetica e nell’analogo concetto di “Sistema Comunitario di Scambio”, ossia di una moneta complementare di proprietà degli utenti – come per gli impianti fotovoltaici delle comunità energetiche – in cui ci dotiamo di una nostra infrastruttura tecnologica, ad. es. un software ed una app, ma anche uno strumento fisico se volessimo, per scambiarci ciò che ci serve e che vogliamo scambiarci.

Si può fare, lo si sta già facendo da tempo, ma entrambi i sistemi – le comunità energetiche e i sistemi comunitari di scambio – hanno bisogno di un elemento raro e che non si può comprare: la Fiducia, la fiducia reciproca a livello di comunità locale.
Questo è l’elemento raro che serve per far funzionare questi strumenti che possono garantire delle risposte “a portata di umano”, di cui i depositari siamo noi che ci stiamo chiudendo sempre più a riccio invece di decidere di organizzarci meglio insieme anche per affrontare le sfide che ci vengono poste. Questa è anche una buona notizia, perchè vuol dire che la più preziosa delle risorse è a nostra disposizione: si tratta di costruire insieme delle comunità fiduciarie sulle quali costruire molto altro.

In Sargo non a caso ci occupiamo sia di monete complementari e di sistemi comunitari di scambio attraverso Rete di Mutuo Credito, sia di energia attraverso il Gruppo d’Acquisto Sargo Energia, con il quale siamo riusciti a proteggere molte imprese dai rincari bloccando un prezzo fisso dell’energia prima che i prezzi salissero alle stelle. Non possiamo produrre fiducia, almeno non tutta quella che servirebbe, ma siamo convinti che questo sia la nostra “terra rara” a cui in questo periodo dobbiamo affidarci per provare a costruire un presente e un futuro diversi dall’attuale che, inutile dirlo, ci sta stretto e non ci piace per niente.
A volte conoscere la meta è già metà del viaggio.