La prova che l’austerità distrugge l’economia.

Recentemente l’ISTAT ha pubblicato il report sulla ricchezza dei settori istituzionali in Italia, ossia famiglie, imprese e Amministrazioni Pubbliche (PA) (segue il link al report: https://www.istat.it/it/files//2022/01/Nota_Ricchezza_Istat_Bankitalia_2022.pdf )

Ne emerge che, nonostante il Covid, nel 2020 è aumentata sia la ricchezza delle famiglie, che ha superato i 10.000 miliardi di euro, sia quelle delle imprese. Della ricchezza delle famiglie 5.163 miliardi è il valore delle abitazioni, in calo per via della svalutazione degli immobili, mentre le attività finanziarie hanno raggiunto i 4.800 miliardi di euro, con un incremento di circa l’1% rispetto al 2019 pari a circa 100miliardi. La ricchezza netta delle società non finanziarie, dunque delle imprese, è aumentata del 3,4% rispetto al 2019, raggiungendo i 1.053 miliardi di euro (con una crescita di 35 miliardi di euro).

E’ importante precisare che stiamo parlando di ricchezza netta, dunque al netto delle passività, che per le famiglie ammontano a 967 miliardi di passività finanziarie (ossia di debiti, per intenderci), mentre per le imprese le passività risultano addirittura in calo di 22 miliardi rispetto al 2019.

Ma cosa è accaduto di riflesso alla ricchezza della Pubblica Amministrazione?

La ricchezza netta è risultata in calo, e pari a 1.473 miliardi di euro, e ciò si è dovuto in particolare alle misure di bilancio per fronteggiare la crisi del Covid, in particolare riflessasi nell’aumento delle consistenze di titoli pubblici.

Se andiamo a vedere come è variato il Debito Pubblico italiano, notiamo che dal 2019 al 2020 il debito netto è passato da 2.377 a 2.531 miliardi, con un incremento di 154 miliardi.

Proviamo adesso a confrontare questo incremento del Debito Pubblico, ossia di una passività per lo Stato italiano, con l’incremento registrato sempre nel 2020 per famiglie e imprese: rispettivamente 100 miliardi e 35 miliardi di euro, per un totale di 135 miliardi di euro.

Vediamo dunque che all’aumento del Debito Pubblico finalizzato a sostenere l’economia con ristori e interventi di sostegno di vario genere, e non dovuto all’incremento della spesa per gli interessi sul debito (il “servizio del debito” in gergo tecnico), si è generato un aumento della ricchezza netta delle famiglie e delle imprese, e questo nonostante un anno terribile per l’economia come il 2020.

Inseriamo adesso un ulteriore elemento all’analisi: come è variata la quota di titoli di Stato e dunque di Debito Pubblico detenuta da Banca d’Italia? Dal 2019 al 2020 questa è passata da 405 miliardi di euro a 556 miliardi, con un incremento di 151 miliardi di euro, ossia circa l’intero incremento del Debito Pubblico italiano del 2020.

Questi acquisti da parte di Bankitalia rientravano nel mandato conferitogli dalla BCE per aiutare l’Italia durante la crisi pandemica, e ricordiamo il coraggioso intervento di Sassoli che solitario propose che l’Europa cancellasse i debiti nazionali contratti per rispondere al Covid, affinché non ricadessero sulle generazioni future.

E grazie a questo suo intervento per alcuni giorni si aprì un dibattito che arrivò al pubblico, sul tema della moneta, del debito, e del come si genera. E chi ha voluto ha compreso che volendo è possibile che la Banca d’Italia possa cancellare dal suo bilancio anche interamente tutta la sua quota, che a Novembre 2021 ammontava a ben 670 miliardi di euro. Lo potrebbe fare perché quelle risorse sono state create ex novo, o meglio ex nihilo – ossia letteralmente dal nulla -, dalla BCE all’interno delle sue prerogative statutarie, e dunque cancellare quel debito non sarebbe equivalente a non restituire il valore di quei titoli ad un privato cittadino, ad un impresa o ad una banca. Prova ne è il fatto che ogni anno la Banca d’Italia restituisce buona parte dei suoi utili allo Stato italiano, e questi utili sono costituiti in buona parte dagli interessi sui titoli di debito pubblico che lo Stato paga annualmente a tutti i contraenti, Banca d’Italia compresa. Dunque, se il creditore restituisce gli interessi pagati sul prestito al debitore, ne consegue che il debitore e il creditore coincidono e che trattasi di una mera partita di giro, con l’unica differenza che che lo Stato non può più creare moneta dal nulla come faceva prima, e questa funzione è stata demandata alla Banca Centrale Europea, che richiede autonomia politica, ma abbiamo visto intervenire a piene mani nelle politiche degli Stati, attraverso “letterine” che impongono riforme e riduzioni temporanee del ritmo degli acquisti dei titoli di Stato che hanno determinato aumenti dello spread e caduta di governi democraticamente eletti, pur con tutti i limiti delle nostre democrazie.

Dunque, per concludere, abbiamo visto che all’aumentare del Debito Pubblico con misure atte a sostenere l’economia reale (ristori, cassa integrazione e altro), si ha un riflesso positivo sulla ricchezza finanziaria delle famiglie e delle imprese, e ciò nonostante uno dei peggiori anni per l’economia italiana. Per farlo, abbiamo creato più debito e questo debito è stato acquistato interamente dalla Banca d’Italia.

Se dunque dal 2008 al 2019 non abbiamo fatto altrettanto, nonostante la crisi economica e l’aumento della povertà delle famiglie, anzi abbiamo ridotto i bilanci, gli investimenti, la spesa pubblica, i posti letto in ospedale, ciò è avvenuto per scelta politica e non perché tecnicamente o economicamente non si poteva fare.

Adesso sapete che la spesa pubblica si può aumentare, aumentandola cresce la ricchezza delle famiglie o perlomeno si contrasta l’impoverimento reddituale, e se si fa il contrario si ottiene l’effetto contrario, con l’unico beneficio che non facciamo crescere le passività della Banca d’Italia, che però anche grazie al Presidente del Parlamento Europeo abbiamo scoperto possono aumentare senza particolari problemi perché anche se si volessero cancellare, nessuno ne sentirebbe il contraccolpo nell’economia reale.

Dunque abbiamo rovinato la vita di milioni di persone per salvaguardare le passività di bilancio della Banca d’Italia che si possono cancellare senza riflessi sull’economia reale.

Se volessimo onorare la memoria del Presidente del Parlamento Europeo sappiamo cosa sarebbe necessario fare.