Che Facebook volesse arrivare ad essere banca così come Amazon era fuori di dubbio da tempo. La Banca centrale irlandese aveva dato a fine 2016 l’autorizzazione a operare anche in Europa come emittente di moneta elettronica, dal 2019 in Europa si potrà pagare con Messenger e WhatsApp.
In questo articolo si spiega bene ogni cosa, e non si può rimanere passivi a cotanta voracità, spianata sempre da una legiferazione preparatoria al banchetto, meglio se predisposta a livello europeo/sovranazionale così da non essere fermata. La sperimentazione in India ha avuto l’aiuto del governo, con una guerra al contante che ha prodotto esiti disastrosi sulla popolazione, specie la più povera e restia all’uso della tecnologia. Molti intellettuali hanno posto la domanda chiave”di chi fa gli interessi il governo?” senza risposta alcuna.
La tecnologia concentra flussi di denaro, ricchezza e potere in un numero di soggetti sempre minori; i comportamenti automatici da noi assunti con l’abitudine all’uso di app e la magica formula “è semplice e veloce” ci rende complici del processo, spesso inconsapevolmente: ci impoveriamo convinti di essere furbi, col sorriso.
La concentrazione bancaria avviata da tempo ovunque, anche in Italia, rende il sistema bancario aggredibile perché non più capillare sul territorio, dematerializzato nei processi, scalabile nelle dimensioni, “aperto” nelle tecnologie, pronto ad essere “inglobato” dalla trasformazione digitale capitanata delle grandi compagnie private, fuori da ogni logica di “bene comune”.
Possono le banche tradizionali opporsi? Come scritto nell’articolo”…E, dopo il taglio delle commissioni interbancarie, l’unica cosa davvero redditizia per gli istituti di credito sono i dati dei clienti. Ma anche sul fronte dei dati vincono i colossi di Internet.”
Possono opporsi le persone consapevoli, non usando questi sistemi ma altri, sia per i pagamenti in valuta ufficiale sia utilizzando sistemi di scambio comunitario, che arricchiscono il proprio territorio e non certo questi soggetti.