germania

Fonte: Twitter

In Germania sono state stampate banconote dal valore nominale di zero euro. L’emissione è stata autorizzata dalla Banca Centrale Europea. E’ possibile acquistarle per 2,5 euro, e le autorità si aspettano che le banconote diventino popolari tra i collezionisti e i turisti.

https://it.sputniknews.com/mondo/201706254677985-BCE-souvenir-turisti-collezionisti/

Ha forse la Germania bisogno di soldi? Perché perdere tempo con un simile esperimento, dato che la prima emissione ammonta a 5.000 pezzi e che in totale ciò potrà portare a ricavi per un totale di 12.500,00 euro? Forse con questo esperimento le autorità tedesche vogliono lanciare un messaggio alla propria popolazione, fra comprendere che nonostante queste banconote abbiano tutte le caratteristiche di sicurezza degli euro, e siano emesse con approvazione della BCE, possono non valere nulla se il numerino riportato sulla banconota è zero.

E cosa potrebbe accadere nella mente delle persone se si ponessero la fatidica domanda, quella per la quale se il numero non è zero ma invece è 1 o superiore a 1, allora queste banconote hanno valore e ci puoi fare la spesa? E’ forse il numero arabo che fornisce valore alla moneta, in questo caso una cartonota?
Ci sono stati periodi della nostra Storia in cui alcune istituzioni, come la Chiesa durante il Medio Evo, riscrivevano e censuravano i libri di Aristotele per evitare che la matematica e la scienza potessero mettere in discussione l’autorità del Papato. Forse dopo 2.000 anni è ancora così, il potere dei numeri, il potere dello zero e dell’uno, che diventa bit e dunque informazione, costituisce il vero elemento da riscoprire per comprendere dove risieda veramente il valore?
Cos’è dunque che dà valore alla moneta? Come può una moneta valere addirittura di più del suo valore nominale? Come può una moneta avere valore per una comunità e non essere invece assolutamente accettata da un’altra?

Tutto questo ragionare non ci deve fuorviare dalla ricerca della meta per le prossime vacanze estive, ci mancherebbe, ma questa sottile provocazione germanica, in fondo, potrebbe tornare utile per ricordarci o farci riscoprire che una moneta ha valore perché ha valore la convenzione sottesa alla sua circolazione, ed è solo questa convenzione che ne consente a sua volta l’accettazione, accettazione che richiede ad ogni utilizzo un travaso di fiducia del ricevente.

Per quale motivo non ci siamo ancora dotati di un bit, di un numero che ci possa salvare dalla riduzione di liquidità che attanaglia il nostro mercato interno, italiano ma anche europeo, nonostante il Quantitative Easing di Draghi, è dovuto solo ad un unico motivo: la nostra assoluta perdita del senso di identità, il nostro assoluto smarrimento orientativo che caratterizza la nostra presenza nel mondo, che ha ceduto margine ed è stato sostituito da un illusorio è inutile surrogato filosofico: la ricerca costante di un rapida felicità effimera, e la ricerca delle modalità per ottenere denaro, con cui soddisfare nella maggior parte dei casi le pulsioni momentanee, le pillole di felicità compulsiva di cui ci droghiamo, possibilmente, ogni giorno.

Delle battaglie e delle sfide dei nostri antenati, di chi ha lottato per portare i numeri arabi e la matematica in Europa, alle lotte politiche del ‘900, siam giunti al curioso scherzo, di cui ogni tanto ridevo con gli amici da ragazzo, del giorno in cui sarei riuscito ad aprire una bancarella in cui vendevo una 10mila lire al prezzo di 20mila…io non ci sono ancora riuscito. La Germania forse si.